In prima o in seconda media comprai un Diario del Fantacalcio. Non ricordo esattamente di che marca fosse, so solo che aveva questa scritta enorme sulla copertina, a caratteri cubitali: “FANTACALCIO”. Aveva delle sagome con calciatori e vari scudetti raffigurati, sparsi un po’ qua e là. Ricordo che all’interno c’erano spazi appositi per la registrazione della propria rosa con le classiche colonne a mo’ di nomi cose e città che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha tracciato a penna su un foglio: “Cognome-Squadra-Ruolo-Pre
Ricordo ancora l’emozione di quando mamma me lo comprò al supermercato. Ci misi un minuto per sceglierlo. Il tempo di vederlo. Dopo, non ci fu praticamente più partita. “It’s over”, alla Vince Carter. All’interno di quel diario c’erano tante frasi ed aforismi che riguardavano il Fantacalcio ed il calcio in generale. Una mi è rimasta impressa più delle altre: “Capisci che stai diventando vecchio quando i calciatori che compri al Fantacalcio sono più piccoli di te”. Avevo 11-12 anni, ed il suddetto problema era ad anni luce dal sottoscritto, ma quella frase non me la sono mai più tolta dalla mente.
Qualche domenica fa, in tarda serata, un amico mi ha mandato un messaggio: “Oggi hanno segnato Chiesa e Simeone. Un tempo guardavamo i padri. Adesso segnano i figli…”. L’associazione di pensiero fu istantanea. Mi ricordai di quando schieravo Enrico Chiesa al Fantacalcio, in più di un’annata tra l’altro.
Diamine come vola il tempo. Allora sto diventando vecchio davvero. “Amico mio, c’è solo una cosa che mi sento di dirti: speriamo che il giorno in cui schiereremo i nipoti al Fantacalcio arriverà il più tardi possibile!”
